La chiesa di San Miniato In Calamecca
Un patrimonio da salvare
SOS Calamecca è l’iniziativa promossa dal parroco don Ugo Feraci e dalla Pro Loco di Calamecca per salvare la chiesa di San Miniato, una delle più belle dell’Appennino pistoiese. L’edificio necessita di importanti e costosi lavori di restauro e per salvarla c’è bisogno dell’aiuto di tutti. La chiesa è oggi in gravissime condizioni statiche: vistose crepe, dovute a un cedimento del terreno nella testata d’angolo sud-occidentale hanno causato un movimento trasversale che mette a rischio l’intera struttura. Le coperture, assai rovinate dalle infiltrazioni d’acqua rivelano una situazione estremamente precaria, aggravata dal distacco di intonaco nei controsoffitti delle navate laterali. Al momento la parrocchia ha predisposto un consistente progetto di restauro e consolidamento (circa 450.000 euro), già approvato dalla Soprintendenza e che ha richiesto la collaborazione di numerose realtà del territorio: dalla Diocesi di Pistoia al Comune di San Marcello Piteglio, dalla Pro Loco all’Eco Museo della Montagna Pistoiese, dal Lyons Club della montagna, al Cai di Pescia, alla Pinocchio Sport di Pescia e all’associazione Valle Lune della Montagna Pistoiese. Una rete di relazioni che incoraggia e spinge a sostenere, insieme, il lancio di questo intervento, che per una piccola comunità, come quella di Calamecca è economicamente molto rilevante.
Calamecca e la chiesa di San Miniato
Il paese, situato nell’alta Val di Forfora, ha un’origine molto antica. Il primo documento riguardante Calamecca è del 9 Aprile 767, in piena età longobarda. Dopo burrascose vicende conflittuali con la città di Pistoia (il cui stemma è murato rovesciato nel campanile) il castello e la chiesa antichi andarono distrutti nel XII secolo. La chiesa è menzionata nuovamente nel Trecento, ma ha assunto l’aspetto attuale per radicali restauri settecenteschi sulle antiche strutture medievali. Recentemente il paese ha avuto un’importante vetrina nazionale attraverso il reality televisivo “Borghi ritrovati“, realizzato da Mediaset e mandato in onda su Rete4 che ha fatto conoscere al grande pubblico questo meraviglioso “gioiello nascosto” della montagna pistoiese.
Per arrivare alla chiesa – un edificio a tre navate, chiuso, nella parte tergale, da un campanile che è quanto resta di un’antica torre di avvistamento – si sale per una larga scalinata aperta su una meravigliosa terrazza panoramica da dove si domina tutta la vallata.
L’interno è tutto da scoprire: la navata centrale è coperta da un soffitto a cassettoni dipinto con figure degli apostoli risalente alla metà del XVIII secolo e su ogni lato ci sono altari in pietra realizzati tra il sei e il settecento. Nelle colonne che dividono l’interno con grandi arcate due capitelli presentano una curiosa e straordinaria decorazione scolpita con protomi umane (un re, un cortigiano, una dama) e ferine (un leone, un capro). Nelle pareti più lunghe, a destra e sinistra, una vera rarità della montagna: due confessionali con tutti gli elementi in pietra.
La raccolta fondi
L’intervento di restauro, urgente e non rinviabile, prevede un insieme organico di lavori che riguarderanno il consolidamento delle fondazioni (con una palificazione in cemento) e delle murature (con l’applicazione di una rete in fibra di vetro), ma anche la sostituzione della copertura, di fatto non più recuperabile. Gli interventi, vista anche le difficoltà di raggiungere la chiesa e predisporre i materiali, prevedono una spesa davvero consistente che si aggira attorno ai 500.000 euro.
I promotori dell’iniziativa sono al lavoro per coinvolgere e sensibilizzare gli abitanti della montagna e i visitatori della Val di Forfora attraverso varie azioni di promozione sui social network.
Iban: IT76 B076 0113 8000 0104 8046 484
Codice Bic/Swift: BPPIITRRXXX
Conto Banco Posta intestato a: Parrocchia di San Miniato in Calamecca | C.f. 80016250476
ART BONUS
L’ appello è rivolto anche alle aziende con sede legale nel territorio della Regione Toscana, che possono, attraverso una donazione, iscriversi al progetto per l’Art Bonus regionale, grazie al quale imprese, professionisti, fondazioni con sede legale in Toscana beneficiano di un credito di imposta sull’IRAP pari al 40% dell’importo donato.
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